Inizio delle cronache
Come ogni anno sono qui a Venezia
per la splendida Velalonga, e la faccio sempre e comunque, anche se so che
non ho speranze di buoni risultati.... a meno che non arrivi qualche bella
bufera come nella edizione del 2005 e magari con un accenno di tromba
d'aria come nel 2009
Un'ora prima della partenza, vento assente, va bene, monto gli scalmi e
con i remi raggiungo almeno la partenza trainando un amico di Treviso col
laser. All'ora di partenza sono li e una leggera brezza comincia a farsi
sentire, ottimo! Centro la partenza alla grande ritardato solo di qualche
secondo, ma va bene, so gia cosa mi aspetta. Passo discretamente la prima
boa di bolina e comincia il lato al traverso verso L'isola di Tessera, fin
qui tutto a posto, riesco a raggiungere anche Aurelio con mia sorpresa
vedendo che lui è più invelato di me. Passata l'isola ho avuto la prova di
quel che avevo già sospettato da molto, osservando bene in questi bordi
lunghissimi dove le minime differenze si vedono, tutti stringono la bolina
meglio di me di almeno due o tre gradi, non sarà molto ma su bordi di
oltre il miglio il distacco ad ogni virata si vede e come, cerco di
chiudere ma la vela rifiuta e mi fermo anche se cazzo la randa, niente da
fare, poggio e proseguo. Aurelio appena passato mi risupera in scioltezza
già al primo bordo, poco dopo o prima non ricordo mi passa Ettore, e per
finire mi saluta pure Renzo e Riccardo Artelli con la Bernarda. Riesco a
superare di nuovo Ettore insabbiato, ma nella bolina mi riprende di nuovo
restandomi davanti in lontananza fino al traguardo.
Comunque sia è stata una gran bella regata come ogni anno, divertente e
molto suggestiva, Venezia è Venezia, non ha uguali!
Saluti a tutti e alla prossima.
Gustavo
A me è andata bene, nel senso che
sono arrivato in fondo vivo.
Comunque è la mia prima Velalonga è non posso astenermi dal fare la mia
cronachetta:
Sabato sera: si va a letto presto perchè bisogna svegliarsi all'alba e
bisogna essere riposati. Già questo non funziona perchè l'emozione mi fa
svegliare un paio di volte.
La mattina dopo sono pimpante pronto a qualsiasi cosa. Arrivo, conosco
Jacopo, saluto Stefano poi sono già al briefing, sembra tutto chiaro.
Ovviamente quando entro in acqua mi sono già scordato tutto.
Monto il timone e parto verso la linea di partenza, ma dopo nemmeno una
cinquantina di metri l'amara realtà: sto arando. Avendo il timone fisso
non mi resta che toglierlo e, vela in bando, sfodero la mia fedele pagaia
e mi dirigo verso la linea di partenza. Gustavo sfodera ben 2 (due) remi e
nonostante un Laser al traino mi supera agevolmente.
Ad un centinaio di metri vedo il razzo del via... ma sono ancora in 40 cm
di acqua... proseguo nella mia faticosa avanzata.
Finalmente sono accanto la linea di partenza e il fondale è più clemente:
monto il timone e via! Nel contempo viene acceso il razzo del via dei
multiscafi... sono proprio indietro! Ma guardo bene e mi consolo: un
discreto numero di cabinati e una barca (dalla vela forse uno Skip) sono
dietro me. Qualche bordo vado in boa e poi via verso Tessera. Il vento è
al traverso-lasco ed è una passeggiata.
Sopra Murano aro ancora... pazienza.
Anche io come Renzo non vedo la boa di S.Giacomo in palude, ma vedo una
barca giuria ed entro nel canale vicino a loro. Cerco la cartina che mi
ero messo in tasca per controllare, ma una folata birichina me la strappa
dalle dita ed ora riposa in pace nel fondo della laguna.
Qui si bordeggia e con mio stupore vedo che sto rimontando: la mia Sophie
stringe bene il vento! Riesco a superare un barcone e un piccolo cabinato
e poi un bel traverso fino al canale di S.Erasmo.
Qui ovviamente trovo il mondo: sono tutti ammassati, raggiungo un
catamarano (rosso) che mi aveva staccato in precedenza, i grossi cabinati
e le povere Sanpierote scadono sottovento. Non ci penso due volte: butto
giù tutta la deriva tanto il canale è fondo e comincio a dribblare
imbarcazioni. Il mio angolo di bolina è nettamente migliore.
Calcolo bene l'ultimo bordo e riesco a fare il curvone a destra per uscire
dal canale in un'unica mossa.
Poi comincia il traverso, che pian piano diventa lasco. Le goffe
Sanpierote che mi ero lasciato ampiamente dietro si avvicinano sempre di
più con la loro enorme vela al terzo tutta colorata. Provo a sbandare un
pò sopravvento la barca, lasco il boma per ingrassare la vela, ma cambia
poco: lentamente ed inesorabilmente vengo superato. Verso S.Michele mi
raggiunge anche uno di quei grossi cabinati che non stringeva il vento.
Niente da fare, in poppa serve potenza ed io ho solo 5,5 mq di vela. Sono
di fronte alla realtà nuda dei numeri. Nella tediosità della lentezza
cerco di prendere la bottiglia d'acqua che ho nel gavone per dissetarmi.
Scivolo un pò col piede mi aggrappo allo stick e faccio un straorza da
paura, rischiando una scuffia e imbarcando un sacco d'acqua. Insulto la
bottiglia (?) e riprendo il comando cominciando a sgottare il possibile.
Si esce dal canale per tagliare puntando diretti per l'isola di S.Giuliano
e qui il dramma: passano dei grossi motoscafi sollevando grosse onde,
subito mi preparo, ma il problema è nel cavo dell'onda: ogni volta che
scendevo nel punto più basso il timone arava con un rumore orribile tra un
asse che cigola e un ramo che si spezza. Subito sposto il peso a prua e
sbando la barca, ma niente. Nulla di rotto, devo proseguire aspettando
solo che le onde si appianino.
Dopodichè è l'arrivo.
Sono stanco, ma fiero di essere arrivato in fondo. Ho preso un pò di
insolazione e ho preferito non aspettare la premiazione.
E' stata proprio una bella esperienza che mi ha fatto conoscere la mia
barca, esaltandone i pregi ma anche i difetti.
E ovviamente i lavori migliorativi sono già cominciati!!!
Alla prossima
Michele
Dopo due levatacce alle 3.30 ero distrutto, ieri
sera sono andato a letto alla 01.00, devo recuperare sonno. Le gambe sono
di marmo, un dolore a piegarmi...e il lavoro incalza, ma visto che abbiamo
un degente (Carlo Pelizzari ndr) da tenere impegnato, mi lancio nel
resoconto dettagliato e minuzioso.
Con la moglie a Berlino ed il piccolo dalla nonna, mi concedo alcune ore
di meritato sonno, alle 3.30 suona la sveglia, colazione e alle 4.00 sono
in auto, la notte è calda e afosa, per il paese non c'è nessuno, raggiungo
l'autostrada e guardo il navigatore, che ha una funzione importante, ancor
più che dire la giusta direzione, ed è l'ora prevista di arrivo...le 7.00.
Ed infatti alle 7.00 entro nel circolo, parcheggio, scendo e trovo Guido
assonnato che aspetta un caffè, gli faccio compagnia e faccio la seconda
colazione, poi andiamo insieme al recinto e scarico la barca, ci sono
altri personaggi, da Giovanni di Fimon ad alcuni nostri compagni di
avventura.
Montando tutto di fianco all'auto il lavoro è rapido e preciso.
Monto infine la vela sul nuovo albero, sembra più rigido e con meno
grinze, sono ottimista. Mi appresto ad uscire dal recinto ed arriva Mario,
tranquillo, la barca sua è già montata e deve solo issare la vela.
Mi piazzo sul piazzale ed uno dell'organizzazione mi dice di scendere in
acqua, così da non intralciare gli altri...obbedisco, ultimo controllo e
varo la barca...un gommone si offre di trainarmi, ma rifiuto e di
timonella raggiungo la linea di partenza, nel frattempo ascolto la radio,
sgranocchio nocciole tostate e comincio a consumare la scorta idrica.
Alle 10.30 chiedo alla barca giuria quando si parte..."ancora un poco,
stanno mettendo le boe", ok.
Alle 11,15 viene data la partenza, eravamo già tutti sulla linea
indemoniati, calcolo bene i tempi e sono a pochi metri dalla barca giuria
al momento del via...per miracolo il vento leggero ci spinge fuori dal
"cancello", senza toccare nessuno, Jacopo è davanti a me...appena si apre
un varco sfuggo a dx e mi dirigo alla boa di disimpegno, la prendo alla
larga per evitare tappi, poi via verso Tessera. Alla mia dx Jacopo e
Roberto decidono di passare sopravento a S.Secondo, dietro di noi una
distesa di vele, davanti poche...buon segno. Comincia la guerra alla
ricerca del bordo migliore e della massima velocità, uno Janneau verde, di
circa 8 mt. mi tallona per molta strada, è una bella soddisfazione
tenergli testa. Passata Tessera vedo Jacopo stringere da matti, bolina da
Dio, io e Roberto facciamo a gara ma la nostra bolina è molto più scarsa,
forse il vento aveva anche un angolo diverso dove si trovava lui, boh.
Risultato Jacopo passa avanti...nel canale stretto da fare tutto di bolina
Roberto mi distacca, io con la deriva corta non mi sono mai insabbiato,
però perdo in angolo, prima dell'isola di Murano comincia il lungo lato di
poppa, piano piano accelero e riprendo Roberto, poi lo lascio nella scia,
dietro di me una distesa di spinnaker, a cento metri circa, ma la mia
poppa è veloce e al passaggio del traguardo il più veloce di quegli
spinnaker, un 5.50 con due persone a bordo, è 3 mt. dietro di me.
Il momento più tragico è stato prima dell'isola Le Vignole, tra la mia
barca ed una briccola, dove dovevo girare a dx, si è infilato un
vaporetto, era a 50 cm. da me, se poggiavo lo toccavo, ma ero di bolina
stretta, non potevo orzare e la velocità era bassa, non ero sicuro di
poter virare, già vedevo la tragedia, poi lentamente ha allungato, mi son
preso un po delle sue onde e della sua puzza ed ho ripreso.
La polizia lagunare ha sorvegliato tutti i passaggi difficili, quindi
nessun problema da parte dei mezzi motorizzati.
Personalmente è stata la Velalonga più veloce e rapida che abbia mai
fatto.
Tanto per finire in negativo, issando la barca sul pontile, si vede che
c'era un chiodo sporgente da qualche parte, che mi ha fatto un piccolo
buco nell'amas sx, infatti smontando la barca lo sentivo pesante e ci ho
trovato dentro un paio di litri d'acqua.
Sarei fuggito subito a casa, ma avendo concluso al secondo posto dovevo
attendere la premiazione, quindi ci siamo fatti una bella doccia, e con
abiti puliti abbiamo mangiato un piatto in compagnia e bevuto molti
liquidi.
Rientro incasinato, a Peschiera cominciavano le code, quindi a Desenzano
sono uscito ed ho raggiunto Brescia con la statale, che comunque è
scorrevolissima, non c'era quasi nessuno e si viaggiava quasi sempre a 90,
in alcuni punti a 110, poi ho fatto la padana e sono arrivato alle 22.00
invece che alle 21 come voleva il TomTom.
Adesso aggiustiamo il buco e vediamo di migliorare le prestazioni.
Avrei bisogno di un bel massaggino su tutto il corpo, conoscete qualche
esperta?
Alle prossime,
Luigi.
La Velalonga
Vista da dentro
Da dentro che ?????
Da dentro lo skipper, no ?
....................................................
Madonna, che nebbia!
Ed io mi sono alzato ad un'ora impossibile per questo schifo ?
E non sono neanche riuscito a trovare un parcheggio nel recinto del
circolo: volevo piazzarmi la macchina di fianco alla barca per armare con
calma senza mille avanti-indietro e quarda qua' che casino!
Ma da dove arrivano tutti questi, e a quest'ora per giunta!
Devo anche fare fatica a girare il camion per parcheggiarlo......... oh,
dai, che culo: un posto appena liberato davanti all'ingresso del circolo.
Ora non la sposto piu' per una settimana!
".......Eh, sa, non riuscivo a muovere la macchina, ero bloccato, stia
tranquillo dottore: il lavoro glielo faccio sicuramente per la prossima
settimana........"
Dai, dai: poche balle, andiamo ad armare: che qui non ce la caviamo piu'!
Non riesco a vedere Venezia, intravedo appena l'isola di fronte al circolo
e poi tutto sfuma piano piano fino a perdersi.
E non c'e' un filo di vento, il mare e' tamente piatto da essere lucido.
Come pesa quest'albero, su forza, ancora. Non lo inclinare, attento, piu'
indietro.....oooooh: c'e l'ho fatta.
Ti pareva che non dimenticavo le sartie? Giu' tutto: si rifa.
Devo ricordarmi di spostare il punto di scotta che ieri me l'ero quasi
perso.
Doppia gassa, doppio cordino... fatto!
Ma ti pare che questo scriteriato di Carlo si deve autocostruire anche i
bozzelli !?!
( Carlo Pelizzari, proprietario e costruttore del
tripèe su progetto di Jacopo. NDR)
Allora, ricapitoliamo, check list.... Deriva, timone, giubbetto, pagaia,
frigo, spugna.
Forza! Muoviamoci, piano che non devo sbattere contro il dinghy-mirror.
Esco dal cancello, a destra verso lo scivolo.........e che succede ? Da
dove sono usciti tutti questi ?
Ma saranno quaranta in fila !
Ma quanto ci mette quello a portare su un carrello ?
Avanti che se no mi fregano i ragazzini con i laser.
Dieci minuti di chiacchiere con un tipetto che mi arriva alla cintola, due
dentoni da castoro e due occhi (giuro due!) che i quei minuti mi hanno
vivisezionato la barca, tracciato il piano di costruzione e apportato due
o tre migliorie qua e la'.
"Ciao, buona giornata, ci vediamo all'arrivo!"
Va bene, ma preparatele prima queste barche: qui' non finiamo piu'.
Dai, ancora due e tocca a me.
"Ce la faccio, ce la faccio, quanto vuoi che pesi quest'affare...... reggi
un attimo che salgo ..... ale', ciao, grazie, a dopo"
Giu' la deriva.... acchiappa la barra.... giu' il timone, com' e' duro
.... ok e' sceso.... via un po' di grasso cosi' manovro meglio nella
confusione..... questo bottone non sta chiuso.... dai, un breve bordo a
sud......si', ma, il vento ????????
Piatta, piatta, cippa lippa !!!!!
Cosi' imparo ad incastrare la pagaia... si', tanto non serve........eccoci
qua: la linea di partenza e' a meta' del ponte che porta a Venezia: sara'
un miglio..... e la devo fare tutta a remi?.........gia', ma ora venezia
si vede, e anche bene: quindi qualche cosa ha portato via la
nebbia......che sia una gentile brezzolina ?
Ma che brezzolina e brezzolina, qui' siamo fermi !!!
Pagaia,......santa pagaia........... pensa agli antichi polinesiani che
con le loro pagaie hanno conquistato il pacifico........ehhhhh, il fascino
degli oceani......ehhh, l'avventura dell'uomo alla conquista del
globo.......si', ma che palle: qui e' mezz'ora che pagaio: ho due braccia
che sembrano di cartone e sai dove lo lancio il fascino degli oceani
!!!!!!!!
Va be', intanto sto arrivando...... laggiu' in fondo c'e' Luigi, piu'
avanti Renato....forza: quasi ci siamo !
Senti, senti: un filo d'aria.... no....si'....da sud-est... non e' il
massimo, ma forse mi viene bene in partenza.
Vai, adesso e' un po' meglio: riesco anche a muovermi un po'...ok, via la
pagaia, devo incastrarla bene, si', giu' cosi' !
Ora c'e' qualche nodo di vento, e' girato un po' a sud: meglio cosi',
speriamo che non se ne accorgano troppo in fretta.
Stanno posizionando la boa di disimpegno.
Mi sembra che non sia del tutto controvento.
E la linea di partenza dove finisce ?
Mamma mia, laggiu in fondo ???
E quante barche ci sono ???
Sul piazzale non sembravano cosi' tante !
Che groviglio! E io dovrei riuscire a partire in questa confusione.
Mi sento una formica che deve uscire da un gomitolo di lana.
Bella quella sampierota: scafo allungato arancione e bordo rosso, uno
stemma sulla vela e tutto l'equipaggio con le maglie uguali, uno
spettacolo!
Il vento e' salito un po': saranno sei o sette nodi, ora riesco a muovermi
bene....vira, vira, viraaaaaa...............fffffffffiuh evitato per un
pelo.
E poi chi glielo dice a Carlo che gli amas da tre millimetri sono
diventati un mazzetto di stuzzicadenti !
Devo stare piu'a prua.
Acqua...acqua...poggia tu!
Stanno giocando con le bandiere.....eccola, cinque minuti!
Tutti hanno detto che conviene partire verso la boa, ma qui il vento
sembra girato un pelo: se parto alla giuria sono molto meno orzato e anche
piu' vicino alla boa di disimpegno.
Loro dicano quello che vogliono: io parto qui !
Altra bandiera: quattro minuti.
Cavoli, ma sono tutti qui ?????
Questo mi viene addosso! Anche quello! poggio, gli passo dietro e poi viro
e mi porto mure a dritta.
No, dietro ce n'e' un altro, viro dopo il secondo.
Ma quanti ce ne sono in fila e tutti mure a dritta.
Non riesco a virare.... altra bandiera, ultimo minuto.
Contare....milleuno....milledue....milletre...sotto c'e' spazio, allora
strambo.
Bella manovra, mi sono liberato da tutti..... milleventi.
Roberto e' li' davanti, certo manovra molto piu' agilmente.....
milleventicinque.
Dietro ci sono Maria Giulia e Anna insieme sulla stessa barca, devo stare
sopravento al loro gruppetto......milletrenta.
Se riesco ad orzare mi ingaggio col 550 verde.... millequaranta: e' ora!
via!!!!
Cazzare.... fuori.... fuori.... peso.... vai come accelera.....
millecinquanta.... direzione sulla linea.... porca trota ne ho davanti
quattro enormi..... millecinquantacinque...... se quello orza lo
affondo.... no, no, no, quello affonda me !!!!!!...... largo, largo,
allarga,.... peeeeeeeeeeeh, partiti!
Perche' quello li' davanti non si muove?
Lo passo sopravento.... ehi ci sono io.... spostati.... acqua.... acqua...
booom, piano.... togliti.... booom.... "Devo passare!".... "Anch'io!!!".
Via, siamo riusciti a superare il battello giuria, in fondo sono partito
benino, sono mure a dritta, ben lanciato. Roberto e' due o tre barche
davanti, ..... porca miseria sono coperto da due giganti: di qui non mi
libero piu', altro che bella partenza !!!!!
Dietro al secondo di questi non c'e' nessuno.... idea.... lasco tutto....
in un secondo sono fermo.... il gigante mi supera con sorriso beffardo,...
dai! cazza tutto.... lasciala accelerare.... cosi'.... pronto,... vira !
Ora sono mure a sinistra, qui sicuramente mi tritano!!
Arrivano due laser...pronto a virare... no... sono lenti... aspetta...
vai, vai, falla correre... ci passo, ci passo.......siiiiiii: passato.
Ora sono in aria libera, mure a sinistra, stringe bene, la velocita'
sembra buona, giu' bene la deriva!
Devo stare attento a non sprecare virate!
Tento il bordo unico, tanto se viro adesso mi ritrovo in mezzo al casino!
Spero di azzeccare l'angolo di virata.... aspetta.... ancora....
aspetta.... pensa allo scarroccio.... non agitarti.... non fare cazzate....
aspetta ancora.... ok.... dieci secondi... cinque... due.... vira!
Falla correre.... non stringere a morte.... ok.... cosi'.... com'e' la
rotta?
Sembra buona.... misura lo scarroccio.... sottrai l'angolo.... com'e' ora?
Vado a pelare la boa al netto dello scarroccio, spero di non dover dare
acqua a nessuno, ma sara' difficilissimo.
Porca miseria, potevo aspettare ancora un momento !!
Dai.... ancora duecento metri.... dai che va bene.... orza un pelo.... da'
buono.... da' buono.... da' buono.... siiii.... ho otto metri di margine,
sono lanciato e ho mure a dritta.
Tutto il gruppo sta arrivando, minaccioso, ma hanno mure a sinistra.
Uno vira, anche un altro.... ok ....lascio acqua a due.... ci stanno....
non devo virare.... siamo ingaggiati.
La situazione e' stabile, altri non possono infilarsi.... venti metri alla
boa.... dieci.... due.... lasca piano.... poggia dolcemente.... perfetto!
Sono in rotta.
Ora abbiamo l'isola di Campalto.
Roberto e' venti metri davanti a me, le ragazze poco dietro, la posizione
e' buona e la bolina non e' troppo stretta: la grande tensione e' finita.
Ora concentrati sulla barca.
Bisogna farla correre, il vento monta pian piano.
Fra poco dovrei prendere Roberto.
Perche' passano tutti sottovento all'isola? Non staro' sbagliando
clamorosamente? Pero' con noi ci sono anche due sampierote; loro
dovrebbero ben saperlo il percorso.
"Roberto, dove dobbiamo passare ?" "E' indifferente: lo hanno detto al
briefing!" "Grazie"
Bene, bene, bene, io passo sopravento: e' ovvio che il vento sara'
migliore.
Campalto si avvicina.
"Tranquillo Roberto, il fondo c'e': ci sono passato io ieri!"
Roberto e' sempre li', e anche le ragazze, ormai dovrei essere davanti,
perche' non va?
Vuoi dire che la barca non cammina come speravo?
Va be', pazienza, cerca di fare il meglio, poi vedremo come migliorarla.
Siamo al traverso dell'isola, ora poggio un pelo, l'isola di Tessera va
lasciata obbligatoriamente a dritta.
Lasca un pelo.... Lasciala correre.... il vento e' salito ancora un po'.
L'isola di Campalto e' passata, dov'e' il gruppone?
E' la'.... e' la'.... e' ancora nelle morte sottovento all'isola.
Bella pensata, forte, ne abbiamo passati una quarantina, ora siamo nel
gruppo dei primi trenta.
E quello ?
E quello ? Che cos'e' ?
Un siluro nero, con una randa spropositata, un fiocchetto allungato, come
se non bastasse, lancia un gennaker da paura.
Appena si distende, con un rumore misto tra un fruscio ed uno sparo, alza
lo scafo sopravento e parte a bomba e senza uno spruzzo.
Ok, ho capito che non arrivo primo in tempo reale.
Bene, ora sto arrivando a Tessera.... dai un occhio alla cartina, li',
sulla prua, santo grey-tape !!
Devo evitare il piu' possibile le morte, ma se allargo temo di allungare
troppo.
Roberto e' sempre li', porca miseria, e anche le ragazze!
Ok.... calmo.... ora c'e' l'isola.... dove vanno le ondine ?.... Dov'e' il
lucido ?.... Dove ricomincia a scrivere il vento ?
Porca miseria, ma li' e' pieno di motoscafi e di vaporetti !!
E ora come faccio a a passare ?
Quello deve essere il canale tra Venezia e l'aeroporto.
E' come dover attraversare viale Forlanini con una carriola e senza
semaforo.
E quelli chi sono ?
Sembra polizia!
Ma fermano i motoscafi!
Si' li fermano per far passare la regata.
Un godere unico: motoscafi e vaporetti fermi per far passare un diecipiedi,
godere massimo !!!!!
Ohiohiohi e' crollato il vento, sono nella morta.
Presto, presto.... devo vedere dove scrive, sono quasi fermo e le ragazze
mi stanno riprendendo, che disastro !
Eccolo, e' li'.... scrive a dieci metri dalla prua.... dai ancora un
pelo.... dai.... non ti fermare.
Preso !!!!
Sono di nuovo nel vento da dietro l'isola.
E' girato un po'.... ehi, piano.... cavoli come tira, mi sta buttando giu'....
via.... fuori.... fuori.... fuori!
Ok, ce l'ho fatta.... orza.... ancora.... orza.... se poggio mi si gonfia
la vela e mi butta giu'.
Bene, va bene cosi'.... dai.... ce la fai.... tienila orzata a pelo....
tutto quello che non riesci a tenere in potenza mettilo in prua....
dai.... al pelo.... forza!
Ok, ora siamo stabili, bravo Tripee', ce la siamo cavata bene.
Vediamo dove sono gli altri, cavolo non vedo Roberto, e neanche Luigi che
ci si era fatto sotto all'uscita di Tessera.
Ma dove sono ?
Eccoli la', tutti e due sottovento.
E perche' non rimontano la bolina?
Le ragazze sono decisamente indietro.
Ma perche' anche quegli altri non rimontano?
La carta, la carta, presto, dove devo dirigere ?
Ma si', e' giusto, devo andare alla boa arancione.
E perche' gli altri non ci vanno ?
Pero' hanno tutti le vele cazzate a ferro.
Quindi sono tutti in bolina stretta.
E noi rimontiamo tanti bei gradi in piu'.
E siamo ampiamente in velocita' limite.
Bravo Tripee' ti meriti una super lucidata.
In realta' ti meriteresti anche uno strozzascotte come si deve: mi sto
segando una mano!
Occhio.... occhio.... fuori.... orza.... cavolo, devo piantarla di
distrarmi.
Bene, viaggiamo come spie.... la boa e' ancora parecchio sopravento, ma
non devo virare ora: finirei nelle secche.
Continua cosi'.... bene.... ancora.... andiamo verso l'isola di S. Erasmo,
ancora, verso quel canale che abbiamo a prua.
Alla faccia del traffico: sara' un bel problema passare.
Anche perche', dopo la boa arancione, c'e' il famoso e temutissimo
canalino.
Ok, quasi ci sono.... altra polizia che ferma tutti.... fantastico....
passa il diecipiedi, pe-perepeeeee'.
Bene, sei nel canale... ancora un po' e finiamo in secca... pronto a
virare... vira.
Ora siamo mure a sinistra in direzione sud-ovest e stiamo bordeggiando
verso l'ingresso del canalino.
Attenzione che arrivano altri, un classe A ci passa ma con fatica, due 470
appaiati sono sulla stessa rotta, qualche decina di metri dietro, e li'
rimangono.... continuo a rimontare il vento.... sono quasi alla virata per
entrare tra le due secche dietro le quali comincia il canalino.
Ancora un po'.... aspetta.... ancora un po'.... non fare la cazzata di
prima.... bene.... ancora un pelo.... si vira!!!
Canale tra le secche.... la velocita' e' al massimo.... bolina larga....
vela allentata.... tira su mezza deriva.... si ha la sensazione fisica di
arenarsi da un momento all'altro.... i 470 incalzano.... intanto ho
raggiunto due minitonner che evidentemente non gradiscono il bordeggio
troppo serrato.
C'e' anche un laser, in sostanza siamo in sei in uno spazio poco piu'
grande di una piscina, siamo quasi all'ingresso del canalino.... i
minitonner devono tenersi al centro.... tento il tutto e per tutto....
taglio al limite del bassofondo.... sento una grattata sul timone.... orzo
ancora.... sto stringendo quindici gradi piu' del minitonner.... lui
prende uno scarso.... poggio un po' e la stessa raffica mi butta in mezzo
al canalino e al primo incrocio il minitonner mi passa a quindici
centimetri dietro alla poppa: grande Tripee'!
Ora e' guerra, il canalino non e' piu' largo di sessanta metri, siamo
tutti tra i cinque e i sei nodi, in venti secondi potresti essere
incagliato dalla parte opposta.
Parte una battaglia di virate, una ogni dodici-quindici secondi.
Vai Tripee', qui' c'e' da godere, in fondo noi non facciamo la minima
fatica a virare, solo il doversi tirare su e, alla massima velocita'
possibile, buttarsi sdraiati sul trampolino opposto per riprendere la
raffica.
Ad ogni bordo c'e' un cambio nelle posizioni, le barche non sono mai piu'
lontane di una ventina di metri una dall'altra.
Sui minitonner l'attivita' e' frenetica, ambedue sono condotti da una
coppia solamente ed ambedue hanno una ragazza come prodiere.
Confesso di non avere mai visto tanta forza, agilita' e determinazione
come in quelle due ragazze.
Le ho viste pedalare sui winches come un equipaggio di coppa America.
Non ti distrarre porca trota, ancora un metro ed eri spiaggiato come un
balenottero.
Vai.... cazza un pelo.... non ci deve prendere.... ma siamo mure a
sinistra e passargli dietro vuole dire perdere tutto il vantaggio delle
ultime sei virate.
Dai.... sdraiati fuori.... dai che ci passiamo.... siiiiii.... passati: il
minitonner e' definitivamente dietro e al prossimo incrocio saremo mure a
dritta: siamo in una botte di ferro.
Infatti alla virata successiva e' costretto a poggiare e noi lasciamo il
canale ad una velocita' tale che l'onda di poppa e' all'altezza della
barra del timone, non ho mai visto andare in quel modo un diecipiedi.
Il canalino e' finito.... lasca piano.... ancora un po'.... ormai siamo in
rotta sud-ovest e possiamo rilassarci un attimo.
Vaporetto! Occhio! Vaporetto! Ma spostati un po' porca miseria.... macche',
neanche a piangere, questo ci fa un'onda di un metro.... tutta la prua
dentro e lama d'acqua direttamente in pozzetto.... piedi a mollo e barca
appesantita.... dai, presto.... la spugna.... ma che palle, non potrebbero
starsene a casa loro?
Strizza, asciuga, strizza, asciuga, strizza, asciuga, cinque minuti di
palestra, come se ce ne fosse bisogno, e siamo di nuovo asciutti.
Il, problema di questo canale e' proprio il traffico, dobbiamo
assolutamente stare attenti a non riempirci di nuovo e, perche' no, anche
a cercare di sfruttare le onde a favore.
Intanto il vento si allarga sempre di piu' e ormai, a meta' del canale di
fianco a le Vignole, e' praticamente in poppa.
Bene puoi rilassarti un po', ora il piu' e' fatto,...... oddio e gli altri
?????
Cerco di individuare almeno Roberto e Luigi che erano quelli piu' vicini a
me, ma non riesco a vederli e certo nel caos del canalino non mi e' venuto
in mente di controllare gli avversari.
Dopo un po' riesco a vedere Roberto: sara' dietro mezzo miglio e sta
ancora litigando col bordeggio serrato.
Un po' dietro anche Luigi, a questo punto direi che non sono piu'
pericolosi.
Ora ho la sensazione di essere in testa e quindi devo stare molto attento
a non perdere tutto con qualche stupido pasticcio.
L'andatura larga e' rilassante e posso lasciarmi un po' andare e,
guardando qua e la', mi accorgo di avere ancora la randa appiattita da
bolina.
Lasco immediatamente il paranco del boma e ho l'immediata sensazione di
Tripee' che mi ringrazia per il sollievo di avergli tolto un paio di
scarpe troppo strette.
L'andatura si distende, lo sbandamento si annulla, il beccheggio
diminuisce e il tutto si traduce in un bell'allungo di circa mezzo nodo in
pieno relax.
Apri il frigo.... acchiappa la lattina del chinotto.... fzzzzz.... ahhhh:
questa e' vita !!!
Arrivati davanti al centro di Venezia, in mezzo al canale tra Murano e
S.Michele, ci troviamo in un traffico da ora di punta e la spugna lavora
ancora un po' per ripristinare una condizione vivibile: meno male che
avevo gia' finito il chinotto.
Dopo di che, un fresco intruglio per la reidratazione salina e il mondo
cambia definitivamente colore.
Il riposo e' magnifico, ma la sensazione di essere quasi fermi, tipica
dell'andatura di poppa, fa rimpiangere la spasmodica tensione di pochi
minuti prima e genera un certo nervosismo dato dalla preoccupazione di
poter perdere terreno e di compromettere la regata.
E allora, muoversi fannulloni !!!!!
Avanti ciurma della malora !!!
Che cosa stiamo a fare mollemente in poppa !!!
Siamo o non siamo su di un trimarano ???
Orzare! Cazzare la randa! Creare un bel vento apparente con un sano
bordeggio di lasco!
E cosi', mentre tutti puntavano direttamente sul canale di ritorno diretti
all'arrivo, ecco che un pazzo, su una barca talmente grande da essere
quasi invisibile per i pedoni che guardano dalle rive, si mette a
zigzagare tra un vaporetto e l'altro giocando a quale spruzzo lo avrebbe
bagnato di piu'!
Ormai la citta' e' alle spalle.
Il traffico e' quasi finito.
La solitudine incombe sul navigatore solitario, quand'ecco che si ripiomba
nella civilta' di stampo terrestre nel momento in cui il nostro navigatore
viene velocemente superato da un intercity che si diverte pure a
spaventarlo con un fischio lugubre e prolungato.
Qualcuno potrebbe pensare che la regata sia, ormai, senza storia.
Errore!
Ora comincia la gimkana tra i sargassi!
Forza, siore e siori, chi ne prende di piu' ?
Altro che navigazione attenti al rendimento della vela o alla tattica
verso gli avversari, ora ci si sente come la pallina in un flipper che
cerchi di schivare a tutta velocita' dei blocchi di alghe capaci di
inchiodarti la barca come una spiaggia.
La sensazione e' quella di trovarsi in un videogioco intenti a schivare le
bombe lanciate dagli alieni.
Davanti a noi, non piu' di duecento metri, un tappeto di alghe,
perfettamente trasversale alla nostra rotta, di cui non si vede neppure il
termine per tentare di schivarlo.
E adesso ?????
Santa sampierota !!!!
Si' perche', come uscita dal nulla, si presenta di poppa una sampierota
con due vele al terzo gigantesche (sara' la prospettiva del diecipiedista
?) che si appresta a superarci in modo simile all'intercity di prima.
Ci supera.
Piomba sui sargassi come un carro armato.
Sfonda la compatta linea delle alghe e prosegue, come se nulla fosse,
verso il traguardo.
Immediata correzione di rotta!
Subito nella scia!
Pochi secondi dopo passiamo trionfanti nel varco lasciatoci, giusto in
tempo prima che si richiuda.
Passata questa avventura, non rimane che godersi il paesaggio (Mestre,
bleah!).
Girandosi a rimirare Venezia, colpo di scena !
Siamo ormai a meta' del ponte quando il grosso della flotta si presenta
all'uscita del canale tra Murano e l'isola di S. Michele.
Lo spettacolo e' impressionante. Un muro di una cinquantina di spinnaker,
di ogni colore immaginabile, che riempie il canale da una riva all'altra.
Scappa !!!! Qui' ci prendono !!!!
Fortunatamente no e procediamo per l'ultimo tratto senza scosse.
Si vira l'isola di S. Giuliano e il traguardo e' a portata di mano.
Dopo i convenevoli di rito, la situazione al pontile e' a dir poco caotica
e il vento e' ancora sostenuto.
C'e' quello di traverso, c'e' quello che non trova il carrello, ecc., ecc.
In un varco, ci lanciamo verso l'estremita' del pontile.
Un mezzo posto e' piu' che sufficiente per un diecipiedi, colpo di timone,
lasca la randa, sbanda sopravento e opla': uno scafo posato sul pontile e
discesa da divo del cinema senza acrobazie.
Ora si', siamo di nuovo a terra.
Siamo ?
Chi ?
Tripee' ed io, naturalmente !
Jacopo
Jacopo Faggioni, primo
classificato. |