Baloss, l’evoluzione di FastOne

di Luigi Chirico.

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Rieccomi dopo anni dalla stesura di un racconto sulla costruzione di un “guscio” (Moscerino), a raccontare la costruzione di un altro.

Scopo di ciò è far capire ad eventuali appassionati che si avvicinassero all’autocostruzione, che realizzare da se una barca può anche essere facile,veloce ed economico.

Dopo il Moscerino realizzai il FastOne, progetto dell’amico Mario F., un trimarano sicuro, stabile, comodo e veloce, col tempo mi resi conto che uno scafo più “piatto” sulla chiglia poteva rendere di più, chiesi quindi aiuto all’amico Jacopo F., che in poco tempo mi sviluppo il progetto di Baloss.

Ad oggi ho realizzato solo lo scafo centrale, riutilizzando gli amas e l’armo di FastOne, ma in futuro proverò a rifare anche gli amas.

FastOne venne costruito con compensato da 6mm. Di spessore, lo scafo finito risultò pesare 25 kg., con Baloss ho voluto rischiare ed usare compensato da 4 mm., devo dire alla luce delle poche regate già fatte che non è ne delicato, ne flessibile, il peso è circa 16-17 kg. E si può spostare da soli senza aiuto.

Preciso che si tratta di compensato di Obeche, una varietà di pioppo, molto più leggero del compensato marino di mogano, ma incollato con colla non resistente all’acqua, quindi anche l’interno va verniciato.

Commercialmente viene venduto in fogli da 320x186 cm. , quindi lo scafo centrale esce da un foglio solo, se in magazzino ve lo fate tagliare in 3 fette da 50cm. È facile da trasportare e da questi pezzi più lo sfrido di 30cm. Vi esce la barca            .

Altro azzardo è stato l’uso della colla vinilica al posto dell’epoxy, riservata ai pochi punti soggetti a sforzo ed all’applicazione della fettuccia di vetro sugli spigoli esterni.

Preciso che si tratta di colla idroresistente D3 (il normale Vinavil è un D2) , le poliuretaniche e le epoxy sono D4, resistenti anche all’acqua di mare.

Lo sviluppo delle linee sui fogli di legno è semplice, se si mettono due chiodi alla distanza pari alla lunghezza della barca, 3,05 mt. , e si tira verso l’esterno un listello, fermandolo a 15 cm. Dalla mezzeria per il fondo, e a 25 cm. Dalla mezzeria per la coperta, si ottiene il disegno dei due pezzi.

Le fiancate sono strisce rettangolari di 50 cm. Di altezza e lunghe quanto lo sviluppo della chiglia e della coperta, in pratica il lato che guarda la chiglia è 1 cm. in  meno della coperta.

Si applicano alle fiancate quattro listelli 15x15mm. Se si blocca il pannello a metà su un piano e con dei supporti si tengono sollevate le estremità, il listello, una volta incollato, manterrà già una sua curvatura, utile in fase di assemblaggio, fatto questo si assembla la chiglia con le fiancate, sempre con colla vinilica e piccoli chiodi, che poi si possono benissimo lasciare dentro.

Girata la barca, bisognerà fare una paratia di rinforzo in corrispondenza dell’albero, altre due per creare il pozzetto.

Predisposto il tubo che accoglierà l’albero, con una base robusta su cui scaricare lo sforzo, e messo qualche distanziale per evitare la flessione delle fiancate una volta in acqua, si incolla la coperta.

Bisogna anche predisporre delle tavolette robuste in corrispondenza delle traverse, le quali sono aiutate dalle paratie a mantenere rigido lo scafo in navigazione.

E’ evidente che a prua e a poppa vi saranno due listelli su cui incollare le fiancate, questi sono dettagli che ognuno elabora come crede.

Dove mettere la sede dell’albero, le traverse e gli accessori questo dipende da che materiale si userà per le traverse, che tipo di vela si ha a disposizione ecc., qui torna utile qualche amico che si diletta in progettazione e tra noi ve ne sono di validi e disponibili (offritegli almeno una buona bottiglia in cambio, però).

All’interno ed all’esterno è stato applicato del fondo epossidico (ma va bene anche un turapori), seguito da una vernice poliuretanica bicomponente, ma va bene anche una monocomponente o uno smalto.

Nelle foto che accompagnano l’articolo vi sono delle didascalie che meglio fanno capire le fasi di costruzione.

 

Sul piano, con l’aiuto di sostegni che creino la curvatura desiderata, viene applicato uno per volta il listello 15x15 alle fiancate, usando colla vinilica e morsetti
 

 

   

Per dare alla fiancata la curvatura giusta prima di applicare il listello, si usa la chiglia e la coperta come riscontri, così da regolare i supporti.
 

Una volta applicati i listelli e smussati a prua e poppa quanto serve, si fa un montaggio in “bianco”, cioè si prova l’assemblaggio senza usare colla, tenendo in posizione i pezzi con dei morsetti, pesi ecc
Per facilitare l’assemblaggio si sono costruiti due riscontri che forzano le fiancate contro la chiglia, aiutando il posizionamento dei pezzi

I lembi della poppa è meglio non siano troppo vicini, inserendo un listello di circa 20-25 mm. Di potrà poi agevolmente fissarvi i supporti del timone, in questo caso sono state usate delle cerniere per porte da interni di risulta.

 

   

Come si è risolto l’attacco della scotta della randa in modo da non interferire col timone.

 

Supporto scotta randa che viene rinforzato con due asticelle metalliche in quanto tendeva a flettere, si vede anche il terzo ed ultimo timone, il più efficiente.

 

   

Una visione del pozzetto nella sua ultima configurazione, più spazio per i piedi e delle piccole panchette su cui sedersi quando vi è poco vento.

 

   

Un montaggio per vedere dove applicare gli accessori, prima di verniciare il tutto, è d’obbligo.

 

Particolare di come una cerniera della porta di casa possa diventare un efficiente agugliotto-femminella per timone.

 

Tutto sul tetto dell’auto, pronti per una bella giornata di divertimento.

 

La soddisfazione di vederla correre ad 8 Nodi , non ha prezzo.

 

Avere poi amici simpatici con cui condividere questa passione è gioia pura, quindi fate anche voi un “guscio” e aggregatevi al nostro gruppo.
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