V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Jacopo |
Inserito il - 21/01/2014 : 23:21:28 Ciao a tutti, vi presentero' Taurua. Taurua e' una piccola piroga polinesiana a vela. Come mi e' venuta questa idea? Semplice, guardate questa:
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E questa:
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A questo punto mi sono detto che dovevo averne una. Messomi alla ricerca di un cantiere che le producesse, ne ho trovati alcuni: tutti americani. Tra costi di produzione americani, trasporti, dogane e altre varie ed eventuali mi sono trovato preventivi di oltre 25000 dollari: sogno sfumato ! E no, perbacco! Un sogno e' un sogno! Bisogna arrivarci a tutti i costi!
Presa carta e matita, mi sono impegnato in una ricerca dei regolamenti di stazza del pacifico. Disegna, schizza e cancella, alla fine, mi sono trovato sulla carta un progetto quasi decente. Un lungo scafo affusolato di oltre 12 metri, pesante quasi due quintali, quasi impossibile da trasportare, da maneggiare e da infilare in box: tutto da rifare!
Rivediamo tutto da capo: se un palo da 12 metri non e' gestibile, lo saranno, invece, tre pezzi da quattro metri ciascuno. Ecco l'idea ! Comunque impegnarsi in un impresa costruttiva di questo genere solo per verificare se puo' funzionare non mi e' sembrato molto sano. Che fare in questi casi ? Io, di solo, procedo per modelli. Il primo modello, in scala 1:8 e' riuscito una meraviglia!
Ora si trattava di eseguire un modello piu' grande che potesse essere provato dal vero. La dimensione minima che potesse imbarcare un equipaggio pur mantenendo una validita' di scala risulto' composto da tre pezzi da 2,60 m. Come gia' previsto nel progetto, una piroga di tre pezzi poteva navigare senza inconvenienti anche togliendo il settore centrale. Decisi, quindi, di costruire questi due pezzi per comporre una piroga smontabile di 5,20 m.
Questa la nascita dell'idea. Ora si trattava di metterla in pratica. Per fortuna che c'e' Guido !!! E cosi' ho un po' sconvolto i suoi piani lavorativi e, piano piano, il giocattolo prendeva forma. Non vi dico i problemi con le doppie curvature dei listelli e con le flessioni dei pannelli di compensato. Meno male che c'era Guido !!!
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Ma il risultato e' stato grandioso:
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Il difficile era finito, ma tanto lavoro mi aspettava ancora........ Alla prossima... Ciao a tutti Jacopo
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20 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
cyrano |
Inserito il - 04/09/2018 : 18:57:43 Ciao Paolo... stavo facendo una ricerca in rete per realizzare un trimarano a vela con l'armo a chela di granchio... complimenti per la tua imbarcazione... dalla foto immagino che vada bene in tutte le andature... mi piacerebbe montare un armo come il tuo sul mio triamarano (kayak da discesa con due outrig)...mi daresti qlc indicazione? grazie... antonio |
paolo |
Inserito il - 21/07/2017 : 13:58:40 Credo che Philippe Starck dovrebbe continuare a disegnare gli spremiagrumi, invece delle barche a vela...
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Saluti! |
paolo |
Inserito il - 04/06/2017 : 14:59:35
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86,13 KB Ciao Jacopo, una foto con poco vento (sullo sfondo i campionati di classe Star), ma ieri ho provato con una decina di nodi e, solo con mure a dritta, la flessione degli iako sotto carico manda appena in bando le sartie sottovento, che sono attaccate al trampolino dalla parte dell'ama, ma è del tutto accettabile. Anche il resto dell'attrezzatura si è comportata bene, né si sente la necessità di un vang. Se per caso capiti in Versilia fammelo sapere, così facciamo un giro! (Ovviamente l'invito è esteso a tutti gli amici interessati o incuriositi del forum) Saluti |
Jacopo |
Inserito il - 01/06/2017 : 12:18:19 Bella !!!! Complimenti ! Ciao, a presto Jacopo
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paolo |
Inserito il - 01/06/2017 : 11:38:58
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60,68 KB Qualche particolare... |
paolo |
Inserito il - 01/06/2017 : 11:27:02
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86,45 KB Sono uscito in mare domenica scorsa. La barca è perfetta! |
paolo |
Inserito il - 04/05/2017 : 11:02:28 Ciao jacopo, in effetti uno dei miei dubbi è proprio quello, in sostanza la mancanza del vang. Aspetto anch'io di provare per vedere come risolvere il problema che credo si presenterà anche a me, magari pensavo ad un paranco di ritenuta "volante", anche se sarebbe una scocciatura quando strambi. Non c'è molta letteratura sull'argomento, ma ho in pdf il libro sulla costruzione delle canoe outrigger a vela di Gary Dierking dove, a parte la costruzione, c'è anche qualcosa sull'attrezzatura e varie. Se ti può interessare dargli un'occhiata, posso mandartelo per email. Comunque, se hai occasione di passare da queste parti, sarebbe utile, oltre che piacevole, fare una uscita in mare per scambiarci opinioni, dato che è una materia così sconosciuta dalle nostre parti! Saluti
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Jacopo |
Inserito il - 04/05/2017 : 10:22:17 Ciao Paolo, come avrai visto dalle immagini, anch'io avevo provato l'armo a chela di granchio. Avevo attrezzato due rande di circa 6 m2 ciascuna realizzate in telone di pvc leggero. Funzionavano discretamente nelle andature strette, mentre formavano una grande pancia dal traverso al lasco. Qualche miglioramento sono riuscito ad ottenerlo spostando il punto di scotta lungo il pennone posteriore (boma?) di ciscuna vela. Alla fine un bilancino di scotta fissato su due punti ha un po' migliorato la forma. Rimanevano, comunque, poco gestibili al lasco: con poco vento formavano una pancia vistosa e con piu' aria cominciavano a sbattere come sacchetti della spesa !!! Si potrebbe, forse, risolvere spostando di fianco il punto di arrivo della scotta, ma non lo abbiamo ancora provato. Quest'anno gli esperimenti proseguiranno dalla casa di Cesare a Conturbia (lago maggiore). In caso di buoni risultati, potrei spostarla nel golfo di La Spezia il prossimo anno. Anche le mie pagaie, autocostruite, sono di tre misure: a punta per il rematore di prua, tonda per il centrale e grande per il timoniere. Spero di avere azzeccato le misure. Altre foto arriveranno prima dell'estate per documentare le prossime prove. Ciao a tutti. Jacopo
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paolo |
Inserito il - 03/05/2017 : 10:12:58
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A proposito di pagaie, quella per timonare è diversa e più grande delle altre. Io di solito uso la terza da sinistra (col sole) che ho costruito apposta (steering paddle) e con cui si può anche un po' pagaiare, raramente e solo con vento forte la quarta, che è espressamente da surf, in carbonio e pesa due chili (the beast). Con quest'ultima non si riesce a pagaiare, perché è troppo grande e lunga. Eventualmente ti faccio sapere le misure della "steering". |
paolo |
Inserito il - 03/05/2017 : 06:59:37 In Versilia, al porto spiaggia di Lido di Camaiore,
https://www.facebook.com/pg/Assonautica-Lucca-Versilia-225509304306215/about/
La canoa è hawaiana, una OC4 da surf,
https://www.youtube.com/watch?v=iQwcvz6_Yik
L'anno scorso ho provato l'attrezzatura velica convenzionale con un albero in carbonio senza sartie. In generale va bene ed è molto maneggevole, ma ho l'impressione che la barca possa sostenere più vela di quella attuale, così sto passando ad una tradizionale "crab claw sail" con albero insartiato e circa 9 mq di tela che, velaio permettendo, dovrebbe essere pronta a breve, oltre a lievi modifiche di attrezzatura e trampolino più grande in tessuto.
Ho letto i post qui sopra è mi lascia perplesso il fatto che la tua sia difficilmente governabile con la pagaia, dato che a me sembra addirittura più facile e sensibile rispetto al timone di una barca. Credo che il fatto sia legato all'"avanzamento", ovvero alla distanza longitudinale fra centro velico e centro di deriva che, se in una barca statisticamente ha valori prossimi al 12/13% della lunghezza al galleggiamento, qui va ridotto addirittura quasi a zero, se non addirittura negativo (dipende dalla superficie velica e dalla grandezza dalla pagaia). Ne risulta una barca spiccatamente orziera e, in questo modo, si utilizza la pagaia non già come timone, ma come ulteriore piano di deriva da inserire a contrasto dello scafo a poppa sottovento per poggiare/strambare, o togliere per orzare/virare. Con un po' di pratica la cosa è semplice e assolutamente senza sforzo. Comunque possiamo approfondire l'argomento, ma soprattutto, se hai occasione di passare dalle mie parti, fammelo sapere, anche per una prova pratica in mare. Fin da bambino sono sempre andato in barca a vela, sia derive varie e classi olimpiche, che altura, compreso un giro del mondo, ma quando nel Pacifico ho visto questi "attrezzi", beh..., per un po' ho resistito nella fantastica classe star, in cui regatavo ormai da una decina d'anni, ma poi non ho resistito al puro divertimento! |
Jacopo |
Inserito il - 02/05/2017 : 18:47:51 Bella Va'ha, complimenti Paolo. In quale parte del mondo la tieni ?
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paolo |
Inserito il - 02/05/2017 : 13:31:56 qualche particolare:
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paolo |
Inserito il - 02/05/2017 : 13:30:09 queste sono immagini della vecchia attrezzatura
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Jacopo |
Inserito il - 02/05/2017 : 10:42:19 Nei prossimi giorni trasferiro' Taurua a casa di Cesare, a Conturbia, da dove proseguiremo la messa a punto. Sono certamente interessato. Ciao, grazie Jacopo
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paolo |
Inserito il - 02/05/2017 : 07:45:57 curiosavo in giro ed ho visto il post, anche se di qualche anno fa. Sto attrezzando una polinesiana a vela, lo scafo è un oc4 makaha outrigger connection e la vela una tradizionale chela di granchio. Se qualcuno è ancora interessato, vi tengo aggiornati sugli sviluppi. Saluti! |
Epar |
Inserito il - 12/03/2014 : 06:11:11 | Jacopo ha scritto:
Non credo. ....... Chica ha una carena triangolare che rappresenta un lungo piano di deriva esteso longitudinalmente...
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Sospettavo quanto dici, volevo il tuo autorevole parere. Grazie. |
Jacopo |
Inserito il - 11/03/2014 : 22:19:56 Non credo. E questo per due motivi: uno, sperimentale, in quanto in Chica de las olas non ho mai notato il minimo comportamento strano. Il secondo e' supportato dal fatto che si tratta di due carene completamente differenti: Chica ha una carena triangolare che rappresenta un lungo piano di deriva esteso longitudinalmente, mentre Taurua ha una carena a doppio spigolo con una grande percentuale di fondo piatto e, quindi, con un piano di deriva praticamente inesistente. Taurua ha la possibilita' di montare una deriva in qualsiasi punto dato che si aggancia alla fiancata. Faro' sicuramente affidamento su questa possibilita' per tentare di risolvere il problema. Sara' certo un bel lavoro in piu' il dover frequentemente spostare la deriva alla ricerca del migliore assetto, ma almeno le possibilita' di regolazione sono estremamente ampie. Vedremo che succedera' alle prossime prove. Ciao Jacopo
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Epar |
Inserito il - 11/03/2014 : 08:26:53 Capisco. In ogni caso si andrebbe a generare una coppia.
Mica dici che è un problema che potrebbe interessare la chica che sto pensando io? |
Jacopo |
Inserito il - 10/03/2014 : 22:25:33 Perche' e' un valore medio, statisticamente parlando, che si ritrova sulla maggior parte dei profili simmetrici. Chiaramente potrebbe essere un 22% come pure un 28%. Non volevo, in questo caso, fare una misura precisa, ma solo esprimere in senso generico quella che potrebbe essere una causa probabile di quanto ci e' successo. Ciao a tutti Jacopo
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Epar |
Inserito il - 10/03/2014 : 19:59:33 | Jacopo ha scritto:
Questo profilo, quando venisse investito da un fluido con un angolo di incidenza di 45° rispetto alla corda genererebbe una forza laterale applicata al suo centro di pressione che si trova a circa 1/4 della corda.
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Una domanda forse stupida, ma: perché individui il centro di pressione ad 1/4 dalla prua o dalla poppa? |
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